457 III. Idem 24 detto (M). Ill.m’- ed Ece.mi Padroni Cole» di su. Dopo la partenza dell’ ossequiato dettagliato mio foglio spedito jeri l’altro coll’ordinario corriere dei 22 corrente, si vociferò iu seguito fra alcuni de’ più ragguardevoli personaggi della Corte, che il conte d’ Artois, staccatosi da Venezia per portarsi a Vienna era stato obbligato di retrocedere per ordine espresso di questo Sovrano. Benché il fatto fosse analogo a quanto avanzai preventivamente nel suddetto divoto foglio, ho voluto nulla di meno procurarmene una precisa indubitata certezza innanzi di rassegnare cosa alcuna sul proposito a V.e E.e. Ho dunque cercato di aver prontamente bensì, ma senz' affettazione un colloquio coll’ istesso Imperatore onde venire in chiaro della verità di cosi importante emergenza, non che di tutte quelle particolarità, la cognizione delle quali potrebbe interessare la vigilante, benemerita attenzione di codesto Supremo Tribunale. Ho pertanto rilevato dalla bocca medesima di Cesare che essendo egli consapevole, che il conte d’Artois nudriva l'idea di portarsi forse all’ improvviso in Vienna, aveva sollecitamente spediti ordini ai confini di non lasciarlo passar oltre,- ed intimargli di non por piede in nessuno degli Stati austriaci. Difatti il sig. conte suddetto nell’ intenzione di venire ad abboccarsi con questo Sovrano sull’ incidenze attuali’ della Francia, era giunto siuo a Lubiana, dove gli fu dichiarata 1’ assoluta volontà dell’ Imperatore di ritornare indietro ; al qual comando fu costretto di tosto obbedire. S. M. mi assicurò aver di nuovo fatto decisamente sapere a quel principe, che non vuol entrale seco lui in nessun affare o negoziazione, che ricusa assolutamente accordargli un abboccamento nè in Vienna nè in qualunque altra parte, e che nelle circostanze in cui si trova, gli negherà mai sempre asilo nei dominii Cesarei. Asserì l’Imperatore, che la ragione principale per cui agiva in tal maniera era il saper di certo, che l’Assemblea Nazionale di Parigi ed in generale la nazione francese stava attenta ai passi del-1’ accennato principe, e ohe vedendolo accolto alla Corte di Vienna poteva ingelosirsi e macchinar qualche cosa di sinistro contro il Re e la Regina, giacché i Francesi hanno sempre dimostrato sospetto e Voi,. IX. 58