402 nuova guerra scoppiò tra i Veneziani ed Ercole duca di Ferrara, cagionata da gelosie e dispute di confini. La Repubblica esercitava in quella città amplissimo commercio, vi teneva da antichissimi tempi un visdomino, vi godeva di notabili privilegi; avea contribuito nel 1476 a sostener in trono il duca Ercole contro il tentativo del nipote Nicolò, ma ora questi, inorgoglito forse del parentado contratto col re di Napoli, e facendo assegnamento sul rancore che, sebbene represso, questi clovea nutrire contro i Veneziani per gli ultimi fatti, cominciò a muovere difficoltà circa ai confini e alle bocche del Po, si venne a contrasto per una casa in Goro, per tre casoni eretti a rincontro dai Veneziani nei dintorni di Capodargine (1), per la fabbrica del sale, per certe gravezze (2); a ciò s’ aggiunse che il visdomino veneziano in quella città avea fatto arrestare un prete per debiti; il vicario del vescovo pretendendo avere il visdomino leso la giurisdizione ecclesiastica, lo scomunicò (3), quegli lagnatosene invano col duca; si partì sdegnato da Ferrara (4). Mandò poi Ercole a Venezia per giustificarsi, ma era evidente ch’egli cercava soltanto pretesti per tirar in lungo la cosa, onde la Repubblica gl’intimava perentoriamente il (1) Secr. 27 sett. 1481, p. 41. (2) Ibid, lettera al papa. (3) Lettera del vicario al vescovo 10 luglio 1481: « clie il visdomino non contento di esercitar l’officio suo ha posto la falce in messern aliena/ni ed intromettersi nei legati pii, nelle decime ed alti’e cose pertinenti al spirituale, che ha fatto retenir un prete del vescovato et che essendo li clerici esenti non solo de jure humano ma anco divino dalla potestà secolare dovendo anzi li laici ubidir piutosto che comandar a clerici, egli per conservar indemne la imunità ecclesiastica si risolse ad instantia del prete, il quale non poteva ricuperar alcune sue robe date in pegno, escomunicar il visdomino. » In libro VII Ferrariensis c. 2. Arch. Dona Roma 15,' pag. 93. (4) Querimonia efficace del Senato con l’ambasciator di Ferrara che il visdomino sia stato scomunicato senza causa e vergognato et cacciato di quella città con simile indebito atto, che ciò avviene perchè non si vuol osservare i patti o le conventioni ecc. ibid.