382 sforzo (1), però ai 4 di gennaio 14J9 fu ripresa la discussione della pace. Varie, come al solito, erano le opinioni, massimo oppositore era Andrea Landò savio della guerra, il quale fino ad otto ore di notte si mostrò pertinace nel suo proposito, ma alfine si arrese, e la trattazione della pace venne deliberata. Fu convenuto di mandare Giovanni Dario alla Porta con facoltà di promettere Scutari, Stali-mene, Brazo di Maina, levate prima le persone, le robe, i pre-sidii, e di pagare da otto fino a diecimila ducati per la navigazione del mar Nero. Su queste basi fu adunque concluso un trattato con Mohammed il 25 gennaio 1479 (2) pel quale stabilivasi « che il duca di Nasso sarebbe compreso nella pace e trattato come veneziano, libera e sicura la navigazione, nessuno avrebbe a rispondere per debito o delitto d’altri, avrebbe la Repubblica a Costantinopoli il suo bailo con giurisdizione sui Veneziani, pagherebbe ducati dieci mila 1’ anno per le franchigie del commercio, pagherebbe altresì ducati cento mila in due anni a saldo e pareggio di ogni anterior pretensione del sultano, cederebbe Scutari, Stali-mene e gli altri luoghi occupati in Morea nella guerra presente ; in cambio di che anche il sultano restituirebbe i luo-della Signoria fino ai confini vecchi, per regolare i quali fu poi mandato Benedetto Trevisan (3). In conseguenza di questo trattato usciva da Scutari il provveditore Antonio da Lezze con quattrocento cinquanta uomini e cento cinquanta donne, misero avanzo della popolazione distrutta dalla guerra e dalla fame in un assedio di ben undici mesi, uscivano e seco portavano quegl’infelici e averi e armi e le reliquie e i sacri vasi delle chiese, passando per mezzo al campo dei Turèhi, rispettati non tanto (L) Malip. 121. (2) Comm, XVI. 136. (3) Ib, 141.