854 necessità d’ un pronto rimedio (1), ma vedendo che da nessuna parte otteneva altro che parole : che anzi il duca di Milano Galeazzo Sforza non si mostrava troppo disposto alla quiete e fortificava e faceva raccolta di gente in Ghia-radadadda e nel Cremonese (2), e che Francesco Gonzaga marchese di Mantova, aspirava ad occupare lo Stato di Ferrara alla morte del duca Borso a pregiudizio d’Èrcole figlio di questo, e con turbazione della quiete d’Italia (3), cominciò a dare ascolto alle pratiche proposte dalla matrigna del sultano per avviare la pace (4), cedendo soltanto Sciro e Stalimene, tenendo Croja in custodia e pagando certa somma di danaro per le altre terre (5). Intanto però continuavasi la guerra. Il Mocenigo (6) tosto eh’ ebbe riordinato 1’ armata, si mise a percorrere le isole dell’Arcipelago, e a dare il guasto a tutte le terre turche che potè ; allo quarantasette galee veneziane doveano unirsi diciannove del papa, diciassette di Napoli (7), tre di Rodi. Arrivata una parte di quelle galee, il Mocenigo tolse la impresa di Satalia città della Panfilia, ricca e con buon porto frequentato da’ popoli del-1’ Egitto e della Soria per ragioni di commercio. Fu mandato Vettor Soranzo proveditore con dieci galee ad occupare il porto e Stefano Malipiero secondo proveditore colle truppe da sbarco a dar l’assalto alla terra. Gli stradioti (cavalleria leggiera greca) occuparono il monte facendo gran preda di animali e schiavi, nel mentre che Soranzo urtando (1) Secreta p. 43, 44, 16 lug. 1471. (2) 11 mag. 1471, pag. 22, t.° (31 20 Giugno, p. 30. (4) 10 e 20 sett. 1471. (5) 12 Marzo 1472, p. 114. (6) Commissione 20 aprile 1472, p. 121. (7t Comm. XVI. — Lega col duca di Borgogna p. 69 ; col re di Napoli p. 63 anno 1472.