182 senza che la guerra oltrepassasse alcune insignificanti avvisaglie. Il generale di Filippo, il Piccinino, dava voce di agire in proprio nome da condottiero e non come generale del duca di Milano, diceva voler passare nel regno di Napoli ai servigi di Alfonso, e sotto pretesto di aprirsi un passaggio assaltò Pietrasanta, poi Vico Pisano, indi Barga che i Fiorentini però seppero difendere valorosamente, per opera del loro generale Francesco Sforza, il quale avendo aiutato papa Eugenio IV a riacquistare le terre di Romagna, era stato da lui creato conte della Marca d’ Ancona e gonfaloniere della Chiesa. Vedendo dunque i movimenti del Picci-1437. nino, lo Sforza uscì nell’aprile del 1437 in campagna per conto dei Fiorentini con cinquemila cavalli e tremila fanti, nel tempo stesso che i Veneziani ordinavano alle loro genti di passare 1’ Adda e recarsi ad Assalire le terre del duca. Questa mossa giovò ai Fiorentini, poiché il duca s’affrettò di richiamare il Piccinino dalla Toscana; ma allorché i Veneziani domandavano che lasciassero passare lo Sforza in loro soccorso, quelli non sapevano indurvisi, avendo a cuore 1’ acquisto di Lucca. Intanto le cose della Repubblica nella Lombardia prendevano cattivo aspetto, travagliandola gravemente il Piccinino nel Bergamasco, e il Gonzaga, accusato di freddezza nel condurre la guerra (1), mostravasi disposto a lasciare il comando (2). Rinnovava quindi a Firenze le domande di sussidii e dell’ invio del conte Francesco (3), poi le lagnanze per la renitenza che i Fiorentini vi mettevano (4), contro i patti della lega, dopo che i Veneziani eransi pur mossi specialmente per causa loro a questa guerra (5). Procuravasi anche di dimostrare che la presenza (1) 3 Sett, 1437, Secr. XIV, 54 t.° (•2) 6 e 16 Novembre. (3) 2 Sett. ibid. (4) Ibid., p. 57. (5) 18 Ott. p. 63 t.°