115 a Brescia il capitano dei Fiorentini Nicolò da Tolentino che espertissimo nell’ arte delle fortificazioni, lece costruire una forte trincea e cominciò l’assedio delle due cittadelle. Nell’ agosto ebbero i collegati la porta delle Pile, nel settembre quella della Garzetta (1), onde il 16 settembre scrivevano i due proveditori Fantin Michiel e Pietro Loredano (2), essersi presentata la gente del duca in numero di settemila soldati coll’ intenzione di dare battaglia ; essere allora uscite le genti veneziane, con cinquemila cavalli e mille fanti in buon ordine e pronte a misurarsi col nemico ; aver durato tre ore il combattimento, che obbligò infine le truppe del duca a ritirarsi celle vettovaglie recate per approvigionare le fortezze: essere quindi i Veneziani entrati nella cittadella vecchia : la nuova ancora resisteva, ma speravasi coll’ aiuto di Dio prossimo la sua dedizione, piantandosi già contro di essa le bombarde. Infatti capitolò anch’ essa il 10 novembre obbligandosi i soldati del duca alla resa, quando fino al 20 non ricevessero soccorsi. Però venuto quel giorno entrarono in possesso d’ essa le armi venete dopo un’ espugnazione delle più memorande che succedessero in Italia (3). Nè avea mancato Francesco Bembo di far avanzare la sua flottiglia su pel Po fino a Cremona (4), poi entrata nel-1’ Adda s’ era impadronita di due castelli, spingendosi fino ad insultare Pavia. Filippo adoperava le armi e le insidiose arti ad un tempo ; tentò far incendiare l’arsenale'di Venezia da un Rigo di Brabante che sorpreso fu messo a morte fra atroci tormenti (5) ; eccitò forse gli Ungheri a far correrie (1) Lett. al duca di Savoja 6 sett. Secreta IX, p. 163 pregandolo di fare anch’ egli ogni sforzo. (2) Cod. DCCXCIV. (3) Mnrat. ad ann. 1426. (4) Istruzione a Francesco Bembo 29 maggio 1426 Secr, IX. (5) Cod. DCCXCIV.