30 Ei vi si recò con Michele da Rabatta e Paolo Crivello, vi tenne abboccamento col Galeazzo, con Tommaso Moce-nigo e Giovanni Barbarigo, ma nulla avendo potuto concludere tornò a Padova. I Veneziani entrarono in questa (22 novembre) (1) festosamente accolti dal popolo, i cui legati Prosdocimo de’ Conti, Rambaldo Capodivacca, Gian-francesco Capodilista, Giovanni Solimano, Francesco Cavevaie e Francesco Guido de Zennari aveano ottenuto che si servassero gli statuti di Padova, ed ogni altra buona usanza così al Comune come all’ arte della lana ; lo studio pubblico si confermasse, 1’ aggravio teste imposto di un soldo de’ piccoli a cadauna persona per ogni mese si togliesse : accordasse la Repubblica milizie a sicurezza della città ; il dazio del sale levasse, e così pure l’imposta sui carri. Dopo di che, consegnato al doge il sigillo d’argento del Comune, aveano raccomandato il Carrara come cittadino, e fatta solenne dedizione della città e del territorio (2), ne stesero pubblico istrumento. Grandi allegrezze furono fatte a Venezia per 1’ acquisto di Padova ; solenne processione ; libertà donata a’ prigionieri condannati fino a cinque anni per debiti pubblici ; sovvenimenti di danari ai poveri, alle vedove, ai pupilli ; (1) Istrum. della dedizione Conimem. X, p. 26 in ducali Palatio in sala delle due mappe presenti Lodovico Loredan, e Carlo Zen Procurator, Gio. Mocenigo, Nicolò Yetturi, Roberto Quirini. E Verci t. XVIII. Il documento porta la data 21 novembre. (2) Il 23 nov. 1405 gli ambasciatori udinesi che si trovavano a Venezia scrivevano a’ loro committenti : fieri de sera civitas Padua cum castro extitit lìberaliter consigliata et sine aliqua conditionè quidquid dicant homines et quod Dnus Franc~us da Carr. olivi pa-duanus cuín filio suo dno Franc~o tertio hodie in mediis tertiis fuit conductus ad monasterium s. Georgii cum promissione quod omnes filios suos legittimos et viginti millia ducator. quae in Florentia habet ad manus praelibatì dominii conducere clebet, gratiam .et misericor-diam prefati dominii cum maximo dubio auditurus. t)oc. in Verci XVIII.