45 ma dovette cedere anche questa volta al Boucicault, prestamente mandato da Genova, e la cosa finì con un nuovo accomodamento, per le pratiche tenute dal gran maestro di Rodi, nè in tutto ciò troviamo ricordato lo Zeno. Il quale tornato in patria, e tutto datosi allo studio e al conversare con dotti uomini, vi morì 1’ 8 maggio 1418, con generale compianto, e il suo corpo con magnifico accompagnamento portato sitile spalle dai marinai che vollero rendere quest’ultimo uffizio a quel prode sotto al quale tante volte aveano vinto, fu deposto nella chiesa di santa Maria della Celestia,. ove Leonardo Giustinian gli tenne il discorso funebre fino a noi pervenuto (1). Intendeva intanto la Repubblica a consolidarsi nei nuovi domimi e ad ordinarne il governo. Lasciava, come soleva ovunque, ad ogni città il proprio statuto, le proprie forme di reggimento, solo contentandosi di mettervi alla testa un Rettore o Podestà pel civile, un capitano per le cose militari. Avea quindi Vicenza un Podestà o Rettore con tre assessori, uomini versati nelle leggi e che portavano il titolo, l’uno di vicario, 1’ altro di giudice delle ragioni, il terzo dei maleficii, o criminale ; un Consiglio di cinquecento, composto de’ cittadini che sostenevano i pesi del Comune e da convocarsi almeno tre volte 1’ anno e quand’ altro occorresse, e a questo Consiglio spettava conferire gli officii, e deliberare in generale sulle leggi proposte da altro Consiglio detto dei Cento , ambedue preseduti dal Podestà. Entravano nel Consiglio de’ Cento gli anziani delle arti, eley i a ciascuna di queste : otto individui tolti da una giunta i quarantotto, che si alternavano ogni due mesi, erano in-aricati di proporre ai Cento quanto stimassero di utile alla ittà. Diciassette anziani che si alternavano ogni quattro esi ed erano tolti dal Collegio dei giudici, da quello dei (l) Orazioni di veneziani patrizii, Venezia, 1795.