281 contraria alle leggi della Repubblica, e di far poi pervenire la lettera allo stesso Consiglio de’ Dieci per essere richiamato in Venezia ad esservi esaminato ; che ciò appunto accadde ; che l’infelice ira i dolori della tortura confessò il vero scopo della lettera ; che gli fu concesso allora rivedere la sua famiglia, alcuno dice nella carcere della Torricella, altri nelle camere del doge ; che infine malato com’ era, sparato nel petto, fu rimandato alla Canea ove poco dopo morì (1). Per tacere anche della confusione di date e degli errori che questa volta più che mai abbondano nei Cronisti, è evidente a chi voglia solo alquanto riflettere, che lo strano proposito di Jacopo poteva anche conseguire effetto diverso, non essendo punto necessario eh’ ei fosse richiamato a Venezia pel processo, mentre ben sappiamo che il Consiglio de’ Dieci poteva delegare il suo rito (2) ; che coll’ aggravarsi di nuovo delitto ei porgeva buon giuoco a’ suoi nemici, se da questi, come si pretende, veniva tutta la sua ruina ; che se pur all’ astuzia ricorrer voleva, più facil modo eragliene offerto dalle leggi e abitudini della Repubblica di concedere l’impunità, almen temporaria, a chi dicesse avere a svelare qualche gran segreto ; che, venuto invece a Venezia come colpevole, era dubbio se avesse potuto rivedere i suoi, occorrendo a ciò una deliberazione dei Dieci ; che se quella malaugurata lettera era un semplice spediente, adonestato inoltre da sì lodevole ed affettuoso mo- (1) Olii volesse veramente sapere come passassero tutte queste cose noli ha che a leggere la Storia del Consiglio dei Dieci del Macchi o il Galibert, il quale nel ritorno alla Canea lo fa perfino errare sui mari per sei lunghi mesi e morir di crepacuore nel mettere il piede fuor del suo naviglio ! (2) Difatti poco mancò non avvenisse appunto così : Quod rector Caneae habere debeat ad se prefatum Jacobum Foscari et admonere ac reprehendere cum verbis acerrimìs, ecc. 8 giugno 145ti, Misti Vol. IV. 37