n fraterne o 1’ estinzione della libertà, non fu però vile ; non più si veggono in esso alla testa delle compagnie, capitani stranieri, ma nazionali i quali oltre alle prove che diedero del proprio valore, seppero anche introdurre utili riforme nelle armature e nel modo di combattere. Avea il nuovo imperatore dato notizia del suo innalzamento ai Veneziani (1), i quali rappresentavano allora una parte principalissima nella politica italiana. Ad essi infatti si volgevano per consiglio e protezione i signori vicini, come di Bologna, di Rimini, di Ferrara (2) ; ad essi i Fiorentini comunicando loro la buona accoglienza avuta dal-l’imperatore, le concessioni ottenute, l’impegno assunto di pagargli cinquantacinquemila ducati, di cui pregavano la Repubblica volersi costituire mallevadrice (3), onde egli guerreggiasse il Visconti il cui potere era motivo di gelosia a tutta Italia. Lo stesso imperatore mandava appositi ambasciatori al Senato domandando consiglio e assistenza nella sua venuta in Italia, al che il Senato destramente rispondeva (27 settembre) : « Sua Maestà aver già da per sè tanto buon discernimento, esser circondato da così savii consiglieri che ogni altro consiglio potrebbe apparire soverchio : manderebbe la Repubblica alla sua venuta una deputazione a complimentarlo ; concederebbe le due barche domandate, ma non così i venti cavalieri che avrebbe voluto ad onoranza ; quanto ai soccorsi che con altra lettera da Trento chiedeva, il Senato schivavasi dicendo manderebbe suoi oratori a ben intendere quale fosse il desiderio di S. M. ecc. » (9 ottobre) (4). Scendeva dunque Roberto in Italia, otteneva dai (Veneti) Secreta Prcgadi I, p. 2 e av. (2) Ibid. I, p. 13. (3) Ibid. I, p. 26. (4) Ibid. p. 30.