390 che dal frappor dimora alla liberazione del cardinale non possa quella eccellentissima Signoria conseguir alcun comodo, quando invece la liberazione del cardinale toglie ad ognuno ogni occasione di straparlare e di giustificare sè stessi d’ ogni non buona operazione, ed anche recida ed amputi ogni offension d’ animo che i cardinali potessero per una più lunga ritenzione concepire. Per questi rispetti adunque l’opinion nostra saria che al vescovo di Modrussa si rispondesse: che quella eccellentissima Signoria avendo per riverenzia del sommo Pontefice e di quel santissimo collegio riservata la persona del cardinale dal pericolo di tanta furia quanta era in quel popolo, delibera anche ed è contenta di liberamente lasciarlo (1). » 1478. Ma già il papa infuriava ; un lungo carteggio e invio di ambasciate ebbero luogo tra Venezia e il Pontefice per calmarne l’ira, ma invano ; e le ecclesiastiche censure contro Firenze venivano pronunziate. Il Senato allora cam ■ biato tuono parlava al vescovo oratore forti parole (2). « E perchè la Santità Sua a petizione d’ altri e per satisfare a dishoneste voglie et appetiti de chi si sia, offende quelli (i Fiorentini) et spiritual et temporalmente, volemo che la Beatitudine sua sappia che nui insieme cum loro et cum el stato de Milan unitissimi et temporal et spiritualmente defenderemo i stati, honor et dignità della nostra confedera-tion. Et non se speri la Beatitudine sua nè altri poter coprir i fini de ito boni pensieri soi cum ch’el no offende la città di Fiorenza ma Lorenzo in specie, perchè ben intenderne tutti nui, questa offesa no esser fatta più alla particu-larità de Lorenzo innocentissimo da tutte quelle calunnie li sono apposte, che al presente stato e forma de governo de la città de Fiorenza per sovvertirlo e ridurlo dove se pensa e (11 Secreta, p. 91. (2) Secreta, 7 Lug. p. 100.