489 gli arsenalotti formarono un corpo fedele e rispettato della Repubblica ; componevano la guardia immediata del corpo sovrano, assistevano alle pubbliche solennità ; i loro capi e i maestri riceveano trattamento nelle stanze ducali, vegliavano alla quiete pubblica, erano infine i più zelanti custodi dell’ arsenale che chiamavano casa, poiché infatti ad esso di generazione in generazione appartenevano di affezione ed educazione. Ingente, come quella della flotta, era la spesa per le truppe terrestri, dacché la Repubblica si fu ingolfata in quelle continue e rovinosissime guerre di Lombardia. La forza militare era in tempo di pace di dieci mila cavalli e sette mila pedoni, in tempo di guerra fino a venti mila cavalli e numero indeterminato di pedoni (1). Laonde la Repubblica a supplire ai bisogni dello Stato avea dovuto con decreto del 15 giugno 1468 (2), ordinare una decima generale, deputando una commissione col nome di Dieci savii sopra le decime in Rialto a prender nota di tutte le possessioni e rendite di qualunque sorte, e di qualsiasi classe di persone nobili e popolavi, secolari e religiose (3), per sottometterle alla imposta detta decima, la quale veniva regolata all’ un per cento sulle merci, sui metalli preziosi, sulle gioie, sui noleggi, sugl’interessi del Monte e fruttò complessivamente, nel 1500, ducati centocinquan-taquattro mila che uniti ad altre tasse come sui fitti delle botteghe, delle rive, sull’officio dei notai ecc. ed all’utilità (1) Cronaca Albertengo. Cod. Cicogna. (2) Capitolare II de’ Dieci Savii sopra le decime. (3) Et habemus justum fore q. postquam habent et suscipìunt emolumenta magna ymo majora q. faeiant seculares in terris et locis pdi-ctis (della Terra ferma) etiam contribuant ad expensas occurrenteS pro parte sua quam contrihutionem sicut saepius tangimus continue fece-runt tpore aliar, dnor. sed tpr nr dnii multum justius et equalius ac sine disparitale solverunt. Secr. VII, 1° marzo 1419, p. 64. Vol. IV. 62