/ 84 eletti da’ nunzii delle ville alla presenza del pubblico rappresentante, capo della Provincia (1). All’ acquisto del Friuli tennero dietro due notabili alterazioni nel governo ecclesiastico della Repubblica. Continuarono fino alla metà del secolo XV le due supreme prelature veneziane del Patriarca di Grado e del vescovo di Castello. Ma nel 1451 morto il patriarca Domenico Micliiel, lo splendore a cui era giunta la Repubblica, la moltitudine e coltura del suo popolo, la particolar costante devozione dei Veneziani alla S. Sede, l’essere Grado a pessima condizione ridotta, scarsa di abitatori, in parte rumata e resa insalubre dalla mal’ aria (2), indussero papa Nicolò V ad annuire alla domanda del veneziano governo che quella cattedra venisse trasferita a Castello e precisamente nella persona del vescovo d’allora Lorenzo Giustinian, uomo che per la sua pietà e per gli esimii suoi meriti erane ben degno, e fu poi annoverato nel numero dei santi. Così ebbe origine il patriarcato di Venezia e poco stette a venire nel giuspatronato di questa anche 1’ altro di Aquileja. Morto nel 1481 il patriarca Marco Barbo, la Repubblica a tenore del decreto 1491 che i concorrenti ad una prelatura dovessero darsi in nota al Senato, il quale nominerebbe a pluralità di suffragi quello che avrebbe ad essere presentato con lettere ducali al sommo Pontefice per la conferma (3), scelse fra vent’ un candidati (4) Nicolò Donato ; ma Papa Innocenzo Vili nominava invece Ermolao Barbaro allora legato a Roma. Scrisse il Senato al Barbaro (5) che rispetti) Tentori Saggio di Storia ecc. t. XII. (2) Sandi L. Vili, p. 90!*. (3) Sandi L. VII, p. 669. Nel 1443 fu esteso lo stesso procedimento a tutte le terre dello Stato. (4) Sandi L. Vili, 916. (5) Secreta 22 marzo 1491, p. 86 e fu chiamato il padre di lui Zaccaria, intimandogli dovesse, sotto pena di bando e confisca, indurre il figlio a rinunziare.