299 menti (1). E ricchi doni furono fatti all’ imperatore e al-l’imperatrice alla loro partenza (2). Ma se tanta era la cura nell’ onorare e festeggiare i principi stranieri, altrettanta gelosia ponevasi nel conservare la propria indipendenza e la santità delle leggi, onde nou fu acconsentito alla domanda dell’imperatore che fosse fatta grazia ad Andrea Donato, genero del doge, condannato per abuso di amministrazione mentr’ era podestà in Padova (3), e si ammettesse al Gran Consiglio ossia ottenesse la nobiltà veneziana certo Agostino Ciera, al quale anzi fu intimato castigo se più ricorresse alla protezione di principi stranieri (4). Parecchie leggi civili e commerciali sono a notarsi nel principato del Foscari. Fu stabilita la tariffa per ogni atto contenzioso innanzi ai tribunali, per ogni contratto o traslazione di possesso, per ogn’ ipoteca e registro ; furono fatte provisioni circa ai debitori, ai fallimenti, alle ragioni commerciali ; fu nominata una giunta alla riforma delle leggi (1) / marzeri fecero un burchio grande con uno soler da pope a prova, tutto fornido de rasi e in mezzo una torre grande e tonda, sulla quale tre file de putti una sopra l’altra, tutti vestidi de bianco come angioletti e con cimbalo in man; erano più di 60 et in la cima erano tre come la Trinità e si volgevano attorno a sè stessi : tirado da ottanta remi — altro con gran ruota che girava con otto putti degli angeli che sempre stavano in piedi dreti e a poppe V effigie, de tutti gl’ imperatori romani armati all' antica : poi tante ninfe danzanti a suon di pifferi e trombe, era pur tirato da 80 remi. — Andò la comitiva da s. Clemente alla casa del duca di Ferrara apparec-chiada de rasi et altre sete. Cron. Trevisan. (2) Fra altre cose all’ imperatrice un fermaglio del valore di D. 1760. Senato Terra 28 luglio 1452. (3) Ursa 12, ap. 1440, e Cic. Ins. I, B7 ove si leggono le cariche dal Donato rivestite. (4) Rispose il Senato che dovendo simili cose passare per molti consigli e per molte vie lunghe e tanto difficili, a potersi dire quasi impossibili, si teneva certissimo che S. M. colla sua sapienza e rispetto agli ordini stabiliti, vorrà accettare questa scusa legittima et onesta. Se,creta XIX, 23 maggio 1452, p. 139 t.