369 principi d’Europa tornavano sempre vani, essendo essi, secondo la robusta espressione di Giovanni Sagredo, raffreddati, anzi intirizziti (1). Intanto il Mocenigo era tornato a Modone, ove intere come gli Ottomani si erano volti all’ assedio di Scutari. E la città posta sopra altissimo monte, che ha d’attorno una region fertile, abbondante di tutte le cose necessarie. Un estesissimo lago la circonda dalla parte d’ occidente e da esso deriva il fiume Bogiana che scorre tutto appiedi del monte ; un altro fiume detto il Drin la bagna da oriente ed ambedue son navigabili. La pianura all’ intorno è fertilissima e il grano vi mette mirabilmente ; i colli son coperti di olivi e vigne, mentre da un altro lato monti aspri ed altissimi e folti e grandi boschi appresso a una palude danno al paese col loro contrasto un aspetto pittorico, stupendo. Tale era la postura della città che il 17 maggio 1474 Suleiman pascià veniva ad espugnare con diecimila Turchi e formidabile artiglieria, con cui cominciò ben tosto a fulminarla. Alla intimazione rispose Antonio Loredan come al-1’ onore della Repubblica si conveniva, e non discordi dalle parole i fatti, la città resisteva agli assalti del nemico. Alla prima notizia del pericolo di Scutari, era partito da Venezia il 1.° giugno Leonardo Boldù (2) colle galere di Beirut, di Alessandria ed altre. (1) Memorie storiche dei monarchi ottomani, Yen. 1697, p.78. E da Napoli scriveva Zaccaria Barbaro in data 18 gennaio 1478: Io posso ben sollecitar eum ogni modestia et far il debito mio, ma a me è impossibile far mutar et natura et costumi dove si tratta delle cosse contro il Turco che piuttosto se fanno»'per vergogna et forzatamente che per altro rispetto. Dispacci di ¡3. Barbaro alla Marciana CCCXCVIII cl. VII. Ricchissima come è questa Biblioteca di dispacci fin dalla metà del secolo XV (specialmente mercè il lascito Contarmi) ci fornirà d’ora in poi abbondante materia a sviluppare la politica esterna della Repubblica. (2) Sccr. XXVI, p. 93. Vol. IV. 48