509 allora nelle solite canzoni e nei soliti sonetti, che erano l’andazzo del secolo, mentre i più gravi componimenti si scrivevano in latino, come la bella tragedia Progne di Gregorio Correr (1). L’ animo religioso però di Leonardo Giustiniani della stessa famiglia di quel Lorenzo che nel 1451 fu da Nicolò V nominato primo patriarca di Venezia, si espandeva nelle sue laudi spirituali, nette quali oltre all’unzione religiosa e all’affetto, splende vezzo inesprimibile di di lingua e di stile. Per poesia e musica, eloquenza, studii eruditi levò pure gran fama di se in questo secolo e in gran parte del susseguente Cassandra Fedele, non meno celebre pel sapere che pel costume e per la pietà, tanto che invitata dalla regina Isabella di Castiglia alla sua corte, non volle la Repubblica cederle questo che stimava uno de’ suoi più begli ornamenti (2). Dalla poesia non va scompagnata la musica, e fin da principio accennammo una speciale propensione a questa nei Veneti (3), che si svolse poi rinvigorita dal sentimento religioso nelle Isole, ove i tanti maravigliosi eventi di pericoli e di salvezza, il fervore della gratitudine, le lagrime della preghiera, tutto chiamava a innalzar 1’ animo a Dio e a dare ai propri sentimenti quella maggior vigoria di manifestazione, che viene dalla musica. Quindi troviamo fino dal 790 nelle Cronache di s. Giorgio maggiore ricordata la valentia musicale di alcuni suoi monaci (4) e nel secolo IX un prete veneziano chiamato in Aquisgrana a costruirvi (t) Vedi Agostini, Degli scrittori veneziani. (2) Levati, Diz. delle donne illustri I, 146. (3) Vedi t. I, p. 12 e all’ elezione del doge Selvo, p. 309. (4) Ohe distinguevansi pietate, misericordia, cantu et artis mu-sicae scientia. Caffi, Storia della musica sacra nella già Cappella ducale di san Marco t. I.