426 bole, Nago, Riva (1) ed avea i conti di Lodrone alleati, destavano non poca gelosia ; per lo che i conti d’Arco, fatti sicuri dell’appoggio di Sigismondo, correvano devastando nelle terre di Riva ; mentre 1’ Arciduca stesso cominciò le ostilità col togliere ai Veneziani (marzo 1487) le miniere di ferro e d’ argento che aveano al confine in Primiero e Valsugana. Alle querele del Senato fa risposto che i Veneziani non procedevano diversamente verso i vassalli tirolesi al Lago di Garda. Furono quindi mandate al doge due formali intimazioni, una in nome dell’Arciduca, con sette sigilli pendenti e sottoscritta da ventisette nobili, e l’altra in nome dei conti d’Arco ; poi il 13 aprile con orribile atto di violenza furono arrestati improvvisamente tutt’ i mercanti veneziani che sulla fede dei trattati s’ erano recati a Bolzano, gran deposito allora di merci e transito per la Germania ; e confiscate le loro merci. Vane tornarono le lagnanze del Senato, e la guerra fu dichiarata (2). Non avea ancora Sigis- (1) Era venuta in possesso di Riva nel 1440. « Et adì 18 detto (cioè aprile 1440) parse al ditto ser Stefano Contarini et al Proveditor de Terra, che era ser Girardo Dandolo, de andar a Riva de Trento ; et mandò Piero Brunoro con le zente d’ arme et fantarie per terra avanti, che piantò le sue bombarde et da poi ditto ser Stefano andò a ferir con le gallie in le pallade che haveano fatto l’inimici in ditto loco de Riva de Trento, et desmontono in terra al despetto dell’inimici, et molti delle gallie forno ammazzati, et avuta la terra, el fu messo le bombardo verso il castello per combatterlo, et quelli tolseno termene otto dì a rendersi salvo 1’ haver et le persone, pagando ducati 3 mila alle zente d’arme, capo de quelle Brunoro; et a questa battaglia fu ferito de uno schiopeto ser Polo Soranzo per modo eh’ el morite, et alcuni altri, et per comandamento del conte Francesco (Sforza) 1’ ar-mada andò a Peschiera et andò conquistando tutte le fortezze eh’ e-rano suso ditto lago clii per forza et chi per amor, facendo de gran bottini et guadagnando de gran danari, et da poi non stando da far cosa alcuna con la ditta armada in quelle parte, ser Stefano Contarini ritornò a Venetia con grandissimo honor et a questo modo la Signoria rescatò tutto quello che l’havea perso suso in ditto lago» — Cronaca Veniera presso Cicogna. (2) Massimiliano re di Roma scriveva alla Repubblica il 27 agosto 1487 da Brusselles aver sentito vivo dolore che Sigismondo arci-