96 più rigidi e folli cappelli, che non gli avrebbe sollevati Borea co’ suoi furori, rammollirsi a un tratto e diventar sì agevoli e lievi, che il più sot-til soffio gli sforza e falli cadere. Il vento e la fortuna hanno gran poter sui cappelli. Quanti non se ne videro portati via improvvisamente dal vento, correre rotolone pel lastrico della piazza al pari delle più umili berrette! Tutti non salutano nè meno sempre, nè sempre ad un modo. Quanto a quelli che scrivono i fogli, ho fatto la singolare scoperta ch’altro è il modo con cui i signori virtuosi li salutano arrivando, ed altro quello, con cui li salutan partendo dal luogo; con altro li salutano prima , con altro dopo gli articoli o sia bullettini degli spettacoli. Nel viver comune certo è che uno che dee avere, non saluta come chi deve dare; quest’ultimacondizione anzi non solo modifica, ma toglie anche spesso dal mondo il saluto. Da questa incomodità sono sciolte e dispensate le persone filosofe; altre le dispensa la vista corta, un improvviso starnuto, la tosse, o il bel privilegio delle lettere, e dell’ingegno (poetico in ispecie.) Oh ! l’autorità delle lettere è grande ! Quanti mi salutavano oscuri, che divenuti poi chiarissimi, pubblicato il loro sonetto o letta la loro dissertazione, hanno perduto 1J antica notizia del mio sembiante! Per riguardo al saluto tutti i dì non so-