341 allorché si accorsero che niun aiuto da quelle potevano attendersi, tuttavia vollero da prodi continuar da sé soli la difesa, e già erano i Turchi penetrati nella città la mattina del 12 luglio 1470 che gli abitanti ancora resistevano col-1’ asserragliare le vie a forza di travi e botti, e grande uccisione ne facevano le donne gettando dall’ alto calcina e tegoli e acqua bollente. Appena dopo al mezzodì cessò la difesa (1), tutte le vie essendo non meno ingombre de’ propri cadaveri che di quelli de’ nemici. I Turchi a vendetta fecero una strage generale, senza distinzione di sesso e di età, fino de’ fanciulli nelle fasce. Tutti gli altri soliti orrori accompagnarono la conquista. Il bailo Paolo Erizzo erasi ritirato in una torre, ove assediato, si arrese colla promessa di aver salva la testa, promessa che gli fu derisoriamente mantenuta in quanto il sultano ordinò si segasse a mezzo il corpo perchè salva fosse la testa come avea pattuito (2). Pochi scrittori narrano della figlia che per sottrarsi agli abbracciamenti del sultano abbia preferito la morte (3) ; ed è fatto assai dubbioso, tanto (1) Die 12 urbem... obtìnuit circa vesperam. Lett. del Senato agli oratori a Roma, Secr. 18 agosto 1470. (2) Nulla dicono di questo fatto il Castellana, Malipiero, Sanso-vino, Sanudo, la cronaca LXXXII cl. VII, it. alla Marciana ; il nizzardo narra solo che fu ucciso come tanti altri ; secondo la lettera del secretano di Malatesta Paolo Erizzo, Luigi Calbo, Gio. Badoaro morirono colle armi alla mano. Il martirio dell’Erizzo è effigiato nel soffitto della sala del Maggior Consiglio. (3) Neppur dell’ Anna Erizzo fanno parola Sanudo, Malipiero, Sabellico, Pietro Giustinian, la cronaca Zancaruola, la Valiera, la Sivos, nè Spandugino, nè Paolo Morosini, nè il Ritmo in ottava rima : bensì leggesi nell’anonimo annesso al Calcondila, edizione 1556: « In questo mezzo una unica figlia del podestà della città fu condotta ecc. » ma non ce ne dice neppure il nome che fu poi imagi-nato dagli storici posteriori, i quali vestirono in più forme l’avvenimento. Se il fatto fosse stato veramente non l’avrebbe taciuto i contemporanei, che parlano dell’ opera data dalle donne di Negroponte a sterminare i Turchi, e perfino di Amazzoni, che combattevano a lato .degli uomini ; e qualche cenno se ne troverebbe negli atti del Senato ove narra le crudeltà dei Turchi in Negroponte.