404 ponendosi specialmente Francesco Venier (1) che faceva considerare la stretta parentela di Ercole con Ferdinando re di Napoli e col re d’ Ungheria, le gelosie che sarebbero a ridestarsi negli altri principi d’Italia ; il Pontefice stesso ora amico facilmente volterebbesi all’ idea d’ un maggior accrescimento di dominio della Repubblica nelle sue vicinanze; essere appena quotata la guerra col Turco, esausto 1’ erario, stanchi i popoli. In contraria sentenza orava Francesco Michiel, dicendo non doversi per le parole di uomini timidi sospender la vendetta delle offese ; se queste si lasciassero impunite, altri, ad esempio d’Èrcole, non avrebbero più stima alcuna della Repubblica, anzi non si asterrebbero dall’offenderla ; esser le proprie forze ancor tali da poter bene sostenere cotesta guerra ; restando il mare aperto continuerebbero i traffici, e per questi i guadagni e le ricchezze ; molti senatori esser pronti a prestar grosse somme di danari ; l’Ungheria in guerra coll’ imperatore e continua-mente minacciata dai Turchi; Napoli appena riavuta dalla guerra d’Otranto; e quando pure quel re dovesse dar aiuto al genero di Ferrara, come avrebbe il passo, col Papa nemico ? Se non avremo con noi Milanesi e Fiorentini, bene avremo i Genovesi e quelli del Monferrato, e i Rossi di Parma. « E quando mai, o signori, così continuava il Michiel, ne è stata data maggior causa da principi nostri vicini di mover guerra ? Costui ha levato le immunità antiche e i privilegi che aveano i nostri cittadini in quello Stato ; ha violato i vostri confini, ha scacciato per via di scomunica il vostro dni ducis sine ullo cvjuspiam interventu quemadmodum ad eonferen-dum statum illum supdicto duci nemopreter nrurn dominìum interventi; nè nel Malipiero, nè tampoco nel Cirneo de bello Ferrariensi in Murat. t. XXI, malamente citato a questo proposito. Anche Porzio nella Congiura de' Baroni accenna come causa della guerra il mancamento del duca ai patti e cosi pure il Frizzi, Mem. per la St. di Ferr. (I) Malipiero 255.