445 tratto tratto di sindaci ad esaminare la condotta del Rettore, ad ascoltare le querele dei popoli, a raccoglierne i desideri ed i bisogni dimostra abbastanza qual sentimento di equità, di benevolenza verso i sudditi fosse nel governo ; se non ebbero sempre adempimento le intenzioni di questo, se .l’umana malizia sapeva eludere le leggi e il sindacato (1), specialmente dacché le cose della Repubblica cominciarono ad andare a precipizio, e le continue e ruinose guerre distrassero altrove 1’ attenzione, non è questa ne pecca speciale al governo veneto, nè da dargliene quel carico che storici mal prevenuti o non diligenti ingiustamente gli addossarono. E come Cipro nel Mediterraneo, così acquistarono a questi tempi i Yeneziani Veglia nel golfo del Quarnero, isola posta a levante da Cherso, con suolo montagnoso e silvestre, abbonda di cavalli, pecore e capre, somministra in copia vino e seta ; sulle coste gli abitanti esercitano la pesca, raccolgono il sale. Fino dal tempo che il doge Pietro Orseolo uscì alla guerra di Dalmazia, il suo vescovo erase-gli fatto incontro a giurargli obbedienza ; ma continuò ad avere i propri conti, uno de’ quali di nome Doimo, s’impegnò fin dal 1133 a mandare a Venezia la strina o dono per la protezione che gli concedeva la Repubblica ; nel 1260 questa conferì l’isola in feudo ai due fratelli Schi-nella, detti anche Frangipani (2), poi li dichiarò decaduti quando aderirono al re d’ Ungheria. Continuarono qualche tempo i Frangipani sotto la protezione di questo, finché un Giovanni in lotta coi fratelli cercò di nuovo l’appoggio dei Veneziani, ai quali nel suo testamento lasciava l’isola; indi ambizioso, sperando miglior fortuna, si volse ancora a re (1) Nel Senato, parte Mar. 1517-1521 domande e lagnanze di quelli di Cipro alla maggior parte delle quali il governo provvede, agosto 1521, pag. 170. t (2) Solitro nella relazione del Vinciguerra Documenti sull’Istria e Dalmazia I.