400 e mandò al Gran-maestro di Rodi chiedendo benevolo ospizio e mezzi a continuare il suo viaggio alle corti d’Occidente. Il Capitolo de’ cavalieri non frappose difficoltà ad accogliere il fuggiasco, eh’ ebbe solenne e principesco ingresso. Un ponte tutto coperto di ricche stoffe metteva dalla spiaggia alla galera del principe, le strade per cui avea a passare erano ornate di tappeti, di fiori, di rami di mirti, alle finestre e ai poggiuoli addensate le donne e le donzelle, fino sui tetti delle case accorso i] popolo. Coll’accompagnamento di musicali istrumenti ed inni francesi, preceduto da giovani gerosolimitani in vesti di seta, arrivava Gem, avendo alla sinistra il gran-maestro d’Aubusson, su cavallo bardato d’ oro e seguito da tutto il Capitolo; caccie, tornei, feste musicali si succedevano ad allegrare il principe. Ma ad un tratto la scena cambiò. Venute proposizioni di pace da parte del sultano, non ebbero i cavalieri maggior premura che di allontanarlo, stabilito però precedentemente un trattato (pel caso ch’ei salisse un dì sul trono degli Ottomani) di concedere alle flotte dell’ Ordine libero ingresso in tut’ i porti deJl’ impero, liberare ogni anno trecento cristiani, senza riscatto ; pagare centocinquantamila fiorini a compenso delle spese per lui avute. Gem s’imbarcò quindi per la Francia, ove fu tenuto sotto buona custodia, finché riuscitogli di fuggire, pervenne a Roma, ma solo per passare alle mani del Papa il quale trattò con Bajezid d’ un’ annua somma per custodirlo. Come finisse diremo altrove. Allontanato Gem, i Cavalieri stipularono il trattato di pace con Bajezid. A riconoscere il nuovo Sultano e a rinnovare i precedenti trattati erano stati primi i Veneziani mediante ii loro ambasciatore Antonio Vetturi (1). (1) Comm. XVI, 12 geu. 1481/2.