148 cessero il loro dovere; di sollecitare il passaggio dell’Adda scrivendo il rettore di Bergamo di avere certe intelligenze in Crema e Lodi ; di distribuire le paghe alle truppe quando levassero il campo (1). Nello stesso tempo Francesco Spinola faceva nuova offerta di sottrarre Genova al dominio di Milano (2), ma il Carmagnola non si movea, e spiacevole nuova giungeva ai Veneziani, cioè che il marchese di Monferrato, stretto dalle armi del duca di Savoja, s’ era reconciliato con questo e con Filippo (3). 1432. La lunga e dispendiosa guerra assorbiva tutte le rendite pubbliche e fu uopo convocare i cittadini di Padova, Vicenza, Verona, Treviso, Brescia e Bergamo chiedendo loro con le più persuadevoli ragioni che, senza aggravare i distrettuali, volessero essi antecipare le rendite nette di quattro mesi, cedendo loro in cambio la Repubblica l’introito dei dazi di mese in mese fino al tortai pagamento (4). E continuando a tener d’ occhio il Carmagnola, scri-vevagli il Senato il 21 febbraio 1432: «Vedemmo e leggemmo la lettera vostra col polizzino inclusovi e che vi scrisse Cristoforo Gilino. Per lo che rispondiamo a Vostra Magnificenza che considerando qual frutto abbia recato per l’addietro la venuta di esso Cristoforo e di tanti altri, mandati continuamente dal duca di Milano per diversi modi, non ci sembra opportuno nè vogliamo che nè esso nè altro messo qualunque venga più oltre, essendo certissimi non essere che le solite arti e simulazioni del duca (5). Alfine vedendo tornar vane tutte le insinuazioni e che il Carmagnola nulla operava a vantaggio della lega, fu presa (1) 10 genn. 1432, Secreta XII, (2) 15 gennaio, ibid. (3) Ibid. pag. 52. (4) 21 febbraio, ibid. (5) Secreta XII, p. 63.