608 Ragionando delle quali cose tutte, passa poi a dire del-1’ ufficio della moglie e dell’ amor coniugale, della modestia, del silenzio, degli ornamenti, dei doveri matrimoniali, del governo delle cose domestiche,- della cura della famiglia, dell’ educazione della prole. « Se la pigli ognuno come gli piace (scrive 1’ autore al capitolo degli ornamenti) ; io sono e sarò sempre di que-parere, che quei capei morti, quei tanti lisci, quei tanti belletti, quei lustri, quegli empiastri e tante altre sorte di vane attillature, che con tant’ arte, cura e diligenza usano le donne de’ nostri tempi, sieno piuttosto fatte per piacer ad altri che al proprio marito ; perciocché se elle stanno in casa, queste cose con sì eccessivo studio non si adoperano, ma quando sanno di andare in pubblico a farsi vagheggiare, mai non si saziano di forbirsi, nò mai finiscono di leccarsi, in che elle consumano tanto tempo che è una compassione a pensarvi. » E parlando dell’educazione : « Avvertano ancora le madri che i loro figliuoli non sieno dissoluti nel troppo ridere, e che non siano nel parlare insolenti e temerarii, ricordandosi appresso di non permettere ch’essi usino quelle sporche parole le quali di cose meno che oneste sono significative. E se talor in cotali errori cadranno, non per via di scherzo e con risa li debbano ascoltare, ma con fronte severa, con adirata voce e col mezzo della sferza li dovranno castigare. » Quest’ opera potrebbe dar argomento a non inutili raffronti con quella del Rettore di fra Paolino (1), ove si parla pur della moglie e del governo della famiglia, e col tanto famoso libro che porta il nome del Pandolfini. In questi brevi cenni della letteratura veneziana a tutto il secolo XV, non lasceremo di dire della poesia, la quale fu sempre cara al popolo veneziano, e si spiegava (1) Vedi voi. Ili, p. 367.