28à come altresì 1* interrogatorio sostenuto da esso Luigi e la copia delle lettere di mano di Jacopo Foscari da lui avute. Nel dì seguente ricevemmo altre vostre lettere per mezzo di Giovanni Musso, vostro messo, circa alla detta materia, e le autentiche lettere di mano di Jacopo insieme coi fogli delle cif*e. Lodiamo quanto faceste ed il modo da voi sapientemente osservato nel darci contezza di tutto, e fra altre cose abbiamo notato, che nello scorso mese alcuni Genovesi scampati da naufragio e ricoveratisi nel luogo detto Chisamo, si recarono in casa di ser Jacopo Giustiniani genovese abitante alla Canea, e tra essi era certo Battista pur genovese, col quale Jacopo Foscari contrasse stretta amicizia, conversando con lui giornalmente e molto narrandogli dei fatti suoi. Tra altre cose il pregò che volesse dare recapito a certe lettere eh’ egli voleva scrivere all’ Imperatore de' Turchi per ottenere mandasse una sua galea a levarlo alla Canea, sperando per tal modo sottrarsi alle pene e alle strettezze dell’ esilio. Le quali cose tutte devono essere ben note al detto Jacopo Giustiniani, poiché furono trattate in casa sua, ed avemmo altresì informazione che le lettere furono effettivamente consegnate a Battista, il quale se n’era incaricato e di procurargli anche la risposta. Vogliamo dunque e col nostro Consiglio dei Dieci coll’ aggiunta vi ordiniamo di chiamare innanzi a voi il detto ser Jacopo (Giustiniani) genovese e far che dichiari sotto vincolo di giuramento quanto sa ed intese circa alla esposta materia, e se Foscari ebbe risposta dal Turco e dal Battista e quant’altro concerne le cose dette o fatte dal Foscari per rompere il suo confine contro 1’ onore del nostro dominio e a pregiuv dizio dello Stato nostro. Manderete poi le dichiarazioni di esso ser Jacopo genovese con vostre lettere ben sigillate al nostro Consiglio de’ Dieci ». Tuttavia, e non ostante la gravità del delitto, era stato