‘27 tiero, eli’ ebbe sepoltura nella chiesa di santa Maria dei Frari. In suo luogo fu conferito il comando generale a Galeazzo Cataneo de Grumello di Mantova (1). Divise le genti in quattro squadre da duemila cavalli ciascuna, con buon numero di fanti, ebbe il comando della prima Francesco Bembo veneziano, in compagnia di due fratelli padovani Peraghino e Marino da Peraga per andar a battere Porta Porcilia ; la seconda fu affidata ai fratelli Sanguonazzi e a Nicolò di Lazara acciò tentassero il passo alla fossa di santa Giustina ; Sparapano dovea colla terza squadra mettersi fra mezzo Porcilia piccola ; stava la quarta al ponte de’ Gratìcci (2) ov’ era il campo veneziano. Cominciava l’assalto : Francesco Bembo faceva ogni sforzo per passare il fosso, ma alla tempesta dei verettoni e delle bombarde nemiche fu costretto a ritirarsi, perdendo Marin da Peraga trafitto da freccia ; a s. Giustina valorosamente combatteva Francesco III Novello, quando udito come il Galeazzo nella parte affidatagli avea già superato il muro, tosto colà accorse, e s’ingaggiò feroce combattimento nel quale il Galeazzo fu rovesciato dall’ alto. Ma arrivato a tempo il Bembo, già dava mano a scassinare le mura, e già v’ apriva una breccia, quando ferito egli stesso, e costretto a togliersi dalla battaglia, le sue genti si ritirarono disordinatamente, lasciando tutti gli attrezzi e le macchine ossidionali che i Padovani bruciarono o condussero in città. Avea durato il combattimento tutto il giorno : poi venuti nuovi rinforzi agli assalitori, condotti da Roberto Morosini, Leonardo Dandolo, Francesco Molin coi quali pur era 1’ esperto ingegnere Domenico da Firenze, comin- (1) Assegnamento fattogli di ducati mille l’anno in premio del-1’ acquisto di Padova. Commem. X, p. 7. (2) Cittadella, St. dei Carraresi II, p. 408.