116 nel Friuli, ove la Repubblica dovette tosto mandare Lorenzo da Cotignola e Lodovico da Sanseverino con buon polso di genti e Marco Miani come proveditore (1). Il Carmagnola, fin dall’aprile avea domandato di poter recarsi a cagione della sua mal ferma salute (2) ai bagni di Abano ; la Repubblica non gliel’ avea negato (3), ma pare che, cedendo alle istanze che gli venivano fatte di non abbandonare l’esercito, o non vi andasse o solo per breve tempo, poiché troviamo ancora 1’ 11 maggio l’offerta del Senato di formargli uno Stato di qua o di là dell’Adda quando spingesse avanti vittoriosamente le sue afmi (4), e il 28 in comunicazione di nuove proposizioni di pace di Filippo che mostrava essere disposto ad affidarne il maneggio allo stesso Carmagnola (5), onde lo si esortava a non si lasciar sviare da vane parole e attendere ad incalzare anzi con maggior vigore la guerra. Le fortezze di Brescia non erano ancora espugnate, eh’ egli rinnovava la domanda dei bagni (6) e il Senatò scriveva al proveditor Tommaso Malipiero cercasse dissuadernelo e ottenere che compisse prima 1’ opera del-l’espugnazione. Tuttavia il Carmagnola partitosi di Brescia non ritornò che pochi giorni prima della resa dell’ ultimo car stello (7) : eransi acquistate anche Salò e la Riviera, sorgevano ovunque nemici al Visconti, e intanto le pratiche continuavano, ma senza profitto. Infine papa Martino V, desideroso di spegnere quella guerra in Italia, mandò a trattare (1) 25 lugl. Secr. IX, p. 150. (2) Pervigili assiduaque jactatione nervorum debilitas, quam, quum Tarvisii esset, praecipiti equo devolutus contraxerai, vehementer recru-duit, atque ob id ipsum in Patavini agri balnea concedere coactus est. Sabellicus Rerum Venetar. ecc. (3, Secr. IX, 5 apr. p. 97. (4) Id., p. 118. ^5) Ib., p. 122. (6) 15 Sett. p. 166. (7) Istruzioné al Carmagnola tornante a Brescia 14 nov. p. 183.