467 tarla al Serenissimo Principe nostro, il qual penso la farà stampare, così la Magnificenza Vostra ne avrà copia perfetta». Il continuo sospetto delle cose d’Italia, gli apparecchiamenti di Carlo Vili di Francia all’ impresa del regno di Napoli, la vigilanza che sempre chiedevano le isole della Grecia esposte alle correrie o alle ostilità del Turco, non lasciarono dare in Venezia alla scoperta dell’America tutta l’importanza che meritava. Ma non fu così quando pochi anni dopo giungeva l’altra, a principio ancora a stento creduta, del compito giro dell’Africa, dell’arrivo alle Indie, del ritorno delle caravelle portoghesi cariche di spezierie e del gran mercato che si faceva a Lisbona. La Repubblica avea tosto mandato colà Pietro Pasqualigo (1), ed è verosimilmente di lui il seguente dispaccio che leggesi riferito dal Priuli ne’ suoi Diarii. Serenissimo Principe (2). « Credo V. S. per lettere del magnifico suo horator habbi inteso questo Serenissimo re di Portogallo (Emanuele) haver mandato navi alla volta dell’ Indie, le quali al presente sono ritornate, ma di navi tredici che furono, sono perse sette al viaggio. Et prima, Serenissimo Principe, il viaggio loro è stato per la costa di Mauritania e Getulia, per ostro fino a Capoverde, il quale antiquitis si chiamava Expenieras dove sono le coste dell’ insule Esperide : qui principia l’Ethiópia e di qui avanti fu ignoto alli antiqui. Di qui scorre la costa d’Ethiopia verso levante, tanto che (1) Sua nomina 18 maggio 1501, p. 161, Registro Cons. de’ X, N. 28. (2) Diarii Priuli, Cod, CXXXI e seg. cl. VII alla Marciana, p. 107. Questa lettera giunta a Venezia il 24 luglio 1501 è quindi anteriore a quella pubblicata dal conte Miniscalchi nella sua opera Scoperte artiche. Tanto questa lettera quanto le seguenti notizie sono importantissime per la Storia dei viaggi e delle scoperte, e perciò stimammo opportuno di darle nella loro l'orma originale. VOL. IV. 58