503 unendo prudenza non ordinaria e certa gravità di giudizio propria delle persone lungamente esercitate nelie cure dei governi fi), pigliò a descrivere i fasti della sua patria dalla fondazione della città fino al primo doge oreato in Rialto nell’ 809, con quelle maggiori ricerche che conduceva la critica a’ suoi tempi e valendosi di quelle migliori fonti che potè avere (2). Apre il Sabellico la serie poi continuata degl’ istorio-grafi della Repubblica (3), tra i quali primeggiano alcuni per lo stile, altri per la filosofia, altri ancora per l’accuratezza delle indagini ; ma scrivendo per pubblico decreto e sotto la revisione del Consiglio dei Dieci, è ben naturale *che, se non dicono la menzogna, non dicono tampoco tutta la verità, e l’amor della patria e la condizione loro di pa-trizii li portano a troppo esaltar quella, e a passare sotto silenzio la vita, la condizione del popolo, parte invece che più ricercano gli storici moderni. Qualche cosa più ne dicono i Cronachisti, che presero a scrivere spontaneamente, e tra essi principalmente il Ma-lipiero (4) ed il Sanuto : quegli ci fu guida preziosa per tutta la seconda metà del secolo XV, come pei tempi precedenti molto ci giovò il Caroldo, la cui storia tuttavia inedita dee certamente esser posta tra le migliori per copia di notizie (5). Ma sopra ogni altro è da mettere l’infaticabile Marin Sanuto. Nato il 12 maggio 1466 da Leonardo senatore e Leti- (1) Foscarini, Della letteratura veneziana. (2) Privilegio per la stampa della sua opera de urbis Venetiarum orìgine. Notatorio 11 ag. 1492. (3) Essi furono: M. Ant. Sabellico, Pietro Bembo, Paolo Paruta, Andrea Morosini, Battista Nani, Michele Poscarini, Pietro Garzoni. (5) Stampato a Firenze nell’ Archivio storico italiano t. VII. (5) Alla Marciana e in altre biblioteche.