236 della, restituzione dei dintorni di Salonicchi. Tali pratiche però non riuscivano a buon termine e in sulla fine di febbraio Murad ch’erasi mosso alla volta di Salonicchi, innanzi ad essa accampava con forze formidabili (1). I Veneziani, benché di gran lunga inferiori, risposero all’ intimazione, volersi difendere. Intanto nella notte dall’ ultimo febbraio al 1.° di marzo di-vulgavasi la notizia essere fissato dal nemico il seguente mattino al generale assalto, ed il popolo concorreva alle chiese ad implorare da Dio e dai Santi protezione e salvezza. I Veneziani ritirarono in quella stessa notte una parte della guarnigione (2), di poco più che millecinquecento uomini, dai bastioni al porto, onde proteggere tre galere entrate il giorno innanzi, ed i Greci osservando quel movimento e tenendolo per una disposizione alla fuga, lasciati i posti, si ritrassero alle loro case. Tuttavia bella fu la difesa dei Veneziani (3), ma inutile ; i Turchi, superate le mure, penetrarono nella città e allora cominciò una di quelle carnificine, cominciarono tutti quegli orrori di cui pur troppo, a vergogna dell’ umanità, si leggono sol troppo frequenti esempi nelle storie, e certo il sacco di Salonicchi a nessun altro cedette, e lo storico Anagnosta ce ne lasciò tal quadro da far inorridire, chiudendo la sua narrazione colle parole, meglio per lei sarebbe stato venire sovvertita dal terremoto, consunta dal fuoco, inghiottita dalle onde del mare (4). Andrea Mocenigo avea spezzata la catena che chiudeva il porto di Gallipoli, e se fosse stato convenientemente sostenuto, vi avrebbe distrutta 1’ armata turca ; il suo successore Silvestro Morosini (6) avea preso il castello asiatico (1) V. Ducas XXIX, Franza II, Anagnosta de excidio thessalo-nicensi. (2) Hammer, ecc. (3) Era duca di Salonicchi, Lorenzo Contarini di Paolo. Secr. XI, 101.