502 secolo seguente dai libri del cardinale Grimani (1) e venne ad aggiungersi alla Medicea di s. Giorgio e ad altre che i privati tenevano nelle loro case. Nè minor accoglienza trovò la stampa in Venezia, ove fin da principio godette singoiar protezione e fu messo in opera ogni studio a pubblicare numerosi e correttissimi libri. È certo che Venezia ebbe tipografie fino dal 1469 quando il Senato concedeva onorevolissimo privilegio per cinque anni a Giovanni da Spira che vi pubblicò le Lettere famigliari di Cicerone e la Storia naturale di Plinio in gran numero di esemplari e bellissime lettere (2), e al quale succedettero il fratello Vindelino e poi Nicolò Jenson sopra tutti gli altri elegantissimi stampatori di quel tempo. I Registri del Collegio specialmente dal 1489 al 1499 contengono un numero ragguardevolissimo di privilegi concessi a stampatori di Venezia per la edizione di opere rare ed erudite, registri che potrebbero fornire abbondanti materiali alla storia della tipografia in Venezia nel secolo XV, opera che ancora rimane un desiderio (3). I memorabili avvenimenti del tempo e la maravigliosa grandezza della Repubblica chiamar doveano certamente gli ingegni a volgersi alla storia. E infatti può dirsi padre della storia veneziana Bernardo Giustinian il quale alla letteratura (1) Sanudo Diarii VI, 26 giugno 1506, p. 281. Il rigorosissimo decreto ai Procuratori di ritirare fra quindici giorni i libri per avventura già prestati, farebbe quasi sorgere il dubbio che i libri del Petrarca potessero essere stati per tal modo dispersi. (2) .Notatorio del Collegio 18 sett. 1469, p. 56, quum tale inven-tum etatis nostrae peculiare et proprium, priscis illis omnino inco-gnitum ornili favore et ope augendum atqne fovendum est. (3) Fin d’ allora troviamo i richiami per le ristampe furtive, permettendosi alcuni librai e stampatori perfino di corrompere con danaro i garzoni per aver le prime bozze delle opere che da altri si stampavano. Notatorio 9 marzo 1496.