159 niva dal Conte condotto con grand’ arte al precipizio, abbiamo finalmente deciso per nostra salvezza di chiamarlo sotto ragionevole pretesto dinanzi a noi, e quando egli venne 1’ abbiamo fatto sostenere e mettere in carcere » ecc. Simili lettere furono scritte al podestà e capitano di Treviso, a quello di Vicenza, al luogotenente del Friuli, e agli oratori veneziani in Reggio. Il Senato stesso scrivevane l’8 d’aprile nel medesimo senso all’ ambasciatore a Firenze, Ermolao Donato, acciocché ne informasse la Signoria, facendo conoscere •come nulla avesse fruttato il tenere tanto- esercito in piedi, nulla il tanto dispendio fatto, causa l’inazione del Carmagnola e la sua intelligenza coi nemici comuni, com’ era venuto pienamente in chiaro, assicurandola in pari tempo che la Repubblica, sempre ferma nel pensiero di continuare la guerra, esortava cercasse di avere al soldo della lega il capitano Michele di Cotignola mentr’ ella non sarebbe per mancare a’ suoi impegni (1). Andavano 1’ 8 di aprile in qualità di Provveditori al campo Marco Dandolo e Giorgio Corner (2), investiti di pieni poteri di fare quanto crederebbero più opportuno alla buona conservazione dell’ esercito e dello Stato, passando in ciò d’intelligenza col marchese di Mantova. E intanto il processo del Carmagnola continuava (3). Sospeso durante la .settimana santa e le feste di Pasqua, riti) Secreta XII, 78 t. Quod, sicut notisximitm est non solum suis Magn. sed toti mundo iam bono tempore nil fuitndbis tenere ad n~ra nervitia magnani quantilatem gentium equestrium et pedestrium et. expendere maximam quantitatem pecuniar. nam nil factum fuit nec fieri voluti conira inimicum ligae nrae, subditos et terras suas, per comitem comune/m nrum capti. g~lem, ymu cum eis intelligentiam habuit ducendo sub simulationem rem in longum et querendo subvertere statimi nrum sicut clare detectum est. (2) Ib. 79. (3) L’ 11 aprile fu tormentato. Misti Consiglio X, N. 11, pag. 37.