186 un magnifico palco sul quale sedeva l’imperatore circondato da’ suoi baroni e signori, fra moltitudine immensa di popolo. Dugento gentiluomini mossero incontro all’ amba-sciator veneziano, che pomposamente vestito di drappo d’oro, s’ avvicinava, e giunto presso al trono, s’inginocchiò. L’imperatore fattolo rialzare, gli porse la mano, domandò di vedere la sua commissione e chiese, che cosa ivi il conducesse. Rispose essere incaricato dalla veneziana Repubblica d’impetrare l’investitura dello Stato che teneva in Terraferma, e gli mostrò il mandato. Disse l’imperatore volerla compiacere e recatisi tutti in chiesa e celebrata la messa dello Spirito Santo, l’imperatore fece leggere il diploma relativo all’ investitura, e il Dandolo giurò in nome del doge Foscari e della Signoria di Venezia la fedeltà secondo la solita forma feudale (1). L’imperatore conferì poi all’ ambasciatore 1’ ordine cavalleresco e tenne un sermone in lode della Signoria di Venezia, che in tante emergenze avealo aiutato e soccórso. Contro Filippo Visconti invece fu letta una citatoria imperiale, che il chiamava a presentarsi entro due mesi davanti al trono a giustificarsi delle colpe di cui veniva accagionato, con minaccia, non comparendo, di procedere per via di giustizia. Quel diploma, in data 20 luglio 1437 da Egra, nominava il doge di Venezia, Francesco Foscari, a duca di Treviso, Feltre, Belluno, Ceneda, Padova, Brescia, Bergamo, Casalmaggiore, Soncino, Platina (2), s. Giovanni in Croce con tutt’ i castelli e luoghi posti nel territorio cremonese e nel resto di Lombardia di qua dall’ Adda (3) come dalla (1) Vedi il Diploma che pubblichiamo in fine del volume.^ (2) Nel Codice CXXV, cl. VII, it. alla Marciana che contiene una copia del Sanuto dal 1428 al 1482, leggesi il diploma tradotto in italiano e in luogo di Platina, Peschiera. (8) Vedi il diploma originale alla fine del volume.