363 cimi furono impiccati, altri confinati (1), ricompensando invece coi loro beni quelli che si erano mostrati fedeli. Quando vide restituita la quiete e le cose abbastanza assicurate, con forze militari, con circondare la regina di persone fedeli, con diligente vigilanza da per tutto, egli prendeva commiato e la regina donavagli in segno di gratitudine uno solido dorato con gli stemmi di quella corona. Venivano da Venezia due nobili, Francesco Minio e Alvise Gabriel col titolo di consiglieri, e Giovanni Soranzo provveditore (2). La loro commissione diceva : si congratulassero colla regina della sua liberazione e del figlio, ma non perciò aversi a tener sicura ; venivano essi quindi per assisterla contro le macchinazioni di dentro e di fuori ; non voler la Repubblica se non la conservazione del buono stato dell’ isola ; facesse la regina sempre buona e regolare giustizia a tutti secondo la antiche leggi e costumanze (3) ; ponesse mente al buon andamento delle finanze, al risparmio dello inutili spese ; usassero i consiglieri, ove fosse d’ uopo, anche i castighi e la forza, ma sempre d’accordo colla regina e come tutto da questa procedesse ; allontanassero tutte le persone sospette onde togliere alla regina Carlotta l’opportunità di cospirare ; custodissero le fortezze nè le consegnassero ad alcuno per qualunque siasi contrassegno, se non d’ accordo tra essi e il capitano generale, incordando come la regina era stata costretta per forza a dare ordini a Paolo Conta-lini di consegnarle ai ribelli; fossero le fortezze ben provvedute di armi e di viveri per lunghissimo tempo. Raccomandava pure il Senato ai nuovi consiglieri di rispettare (11 Malip. 603. Il 2 genn. 1474, erasi mandato al Mocenigo anche Giacomo Marcello come proveditore con altri rinforzi. La sua Commissione in Secreta p. 56. (2) 4 Giugno 1474, £3, 93, 96. (3) Nihil enim est q. magis satisfaciat populis quam in suis ve-tustis rebus corner vari.