158 L’INSURREZIONE DELL’ERZEGOVINA Fu questa la risposta che fece palpitare di entusiasmo l’Eroe dei due mondi. « Liberi d’ ogni paese europeo — telegrafava il Generale all’ amico Eugenio Popovich a Cetti- gne — esultano splendide vittorie degli eroici figli dell’ Europa orientale. » Quelle parole di Garibaldi suscitarono lassù entusiasmo; il Principe, facendone di proprio pu- gno la traduzione, le telegrafò in tutto lo Stato. Il 24 febbraio, il Glas Zrnogorza (La voce del Montenegro), il giornale ufficioso del Principe, pubblicò una nota, dalla quale appariva che il Montenegro aveva osservata scrupolosamente la neutralità, ma era favorevole agl’insorti, che il popolo montenegrino era impaziente di accorrere in aiuto degli erzegovesi, e che la Turchia tre volte aveva fatte vantaggiose offerte di territori al Montenegro per evitarne l’intervento a favore degli insorti. L’ ultima offerta, come le altre ri- fiutata, riguardava una zona importante nell’ Er- zegovina (Niksich, Biscee e forse Trebigne). Intanto la diplomazia si muoveva, apparen- temente concorde, in realtà discorde. Russia e Francia erano favorevoli al Montenegro. L’in- viato italiano, conte Durando, era favorevole in cuor suo , ma da Roma le istruzioni erano di ghiaccio. Il gabinetto italiano non comprendeva l’importanza del Montenegro per gli stessi inte-