244 nuova sconfitta avuta dal prode capitano albanese, la Repubblica si cfecise assolutamente di venire con questo a pace (1). Fu dunque stabilito che la Repubblica avrebbe accettato Sctyiderbeg, Nicolò Ducagin e i signori d’ Albania come veri e buoni amici, perdonerebbe le passate offese, pagherebbegli ogni anno ducati millequattrocento in compenso della cessione di Dagno ; potrebbero i Veneziani prendere in affitto ville e possessioni nell’ Albania, come Scanderbeg avrebbe facoltà di ritirare da Durazzo some dugento di salo e panni senza dazio ; l’una parte non darebbe ricetto a colpevoli dell’ altra ; darebbe ogni anno la Repubblica allo Scandofbeg una veste di scarlatto, ed egli a lei due levrieri e due astori, promettendo altresì di unirsi all’esercito di Uniade, al qual fine riceverebbe dalla Repubblica altri ducati millequattrocento in prestanza. Furono mediatori del trattato Paolo Loredan conte e capitano di Durazzo ed Andrea Venier provveditore. Nel medesimo anno 1448 erasi dai Veneziani rinnovata il 21 aprile la solita tregua con Giovanni di Costantinopoli, il cui impero ornai riducevasi quasi alla sola capitale, e il documento svela invero da un canto l’abbiettezza a cui quello Stato era ridotto, dall’ altro 1’ orgoglio con che la Repubblica, conoscendone la misera condizione, consentiva a limitare il diritto dei Veneziani di comprarvi stabili e di tenervi taverne ed officine, soltanto per un atto di officiosità verso l’imperatore (2), ed in riguardo che non ne venisse ulteriore pregiudizio all’ erario, non potendo egli per antecedenti patti aumentare le gravezze sui beni dei Veneziani. Venuto poi a morte il 31 ottobre 1449 Giovanni Paleólogo senza figli, erane disputata la successione tra i suoi (1) Secr. XVin, 52 e Comm. XIV, p. 78 t.° (2) Comm. XIV, 4 ottobre 1448.