416 maggio di quell’ anuo che in lui si rimettesse 1’ arbitrato delle faccende ferraresi (1), e mandò il Cardinal di Lisbona a Cesena ove anche la Repubblica inviò suoi ambascia-tori, ma non si potè nulla concludere essendo esagerate le pretensioni di Sisto, al quale fu risposto che già che si vuole assolutamente la guerra, Venezia avea ancora mezzi abbastanza da difendersi, nè esser colpa della Repubblica se tante mine ne deriverebbero. Trovavansi tuttavia le due parti di fronte sul Bresciano, quando Gianjacopo Trivulzi capitano di Lodovico andò al Sanseverino dicendogli che • bisognava cercar modo di accomodare le differenze dei loro principi (2). Il Sanseverino vi si prestò anche dal canto suo molto volentieri, ne scrisse a Venezia ed il 18 luglio 1484 il Consiglio de’ Dieci davagli piena facoltà di trattare, onde fu intanto stabilita una sospensione d’ armi (3). La buona disposizione di Lodovico veniva probabilmente dalla freddezza entrata fra lui ed Alfonso che avendo fidanzata una sua figlia al duca Gian Galeazzo dava a temere volesse sostenere i diritti di questo suo genero al trono. In generale poi una grande stanchezza mostravasi da tutte le parti. Il duca di Ferrara continuava ad essere stretto nella sua città e vedere guasto tutto il suo territorio ; il re di Napoli avea perduto varii buoni porti ed avea a soffrire continue molestie dalla flotta veneziana ; il papa stesso mostrava inclinare finalmente alla pace. Laonde le trattative progredivano e mettevano finalmente alla pace di Bagnolo 7 agosto 1484 (4) confermandosi per essa i confini quali erano stati determinati dal trattato di Lodi del 1454, sarebbero conservate le libertà ecclesiastiche, si restituirebbero reci- (1) Secr. XXXII, 5 mag. 143-1, p. 35. (2) Malip. p. 295 e Secr. XXXII, p. 55 o seg. (3) Cornili. XVII, p. 30, 22 lug.'1484. (4) Comm. XVII, p. 31.