149 quanti raen provveggenti i quali lasciarono alla fortuna la briga di procacciar loro l’imbarco al ritorno, si ritrovaron dormire sotto il bel padiglione degli astri ! Maggiore ancora è il numero di coloro i quali , usciti dritti e leggieri della persona col mattino, vanno a guisa dei baleni per le vie riducendosi a casa, spossati dalla lunga fatica d'alzare il gombito al Lido. XXX. Il mio nemico. La notte è affanno . . . E duro campo di battaglia il letto, Io ho un nemico, insidioso c tremendo nemico che turbò sovente la mia pace, e tante liete illusioni, tanti sogni beati interruppe! La guerra che mi muove è lunga, continua, una guerra d’insidie, dalla quale è vano il difendermi : ne rimasi e rimango ognor vittima. Pure è si vile, miserabil creatura, che poco è al mondo più sotto di lui. Ed ancora mel veggo, quasi insultandomi, ognora d’intorno, n’odo da lunge il suono maligno; l’incontro, ahi pur troppo ! al caflè dov’ uso la sera, il truovo in casa quando io mi ritiro, ora stesso mentre qui scrivo m’ assedia,