61 cato. L’ Anseimo ebbe a ricompensa 1’ ammissione al Maggior Consiglio. Pippo ritornava. Grli Ungheri combattevano anche nel-l’Istria e in Dalmazia saccheggiando, distruggendo ; nella notte anzi dell’ 11 giugno 1412 giunsero sopra zattere fino a s. Nicolò del Lido, sorpresero le guardie non abbastanza sugli avvisi, cominciarono le solite devastazioni. Tutte le campane sonavano a stormo : accorse popolo da tutte le parti e i .ìemici si ritirarono. Il 24 agosto davasi furiosa battaglia presso alla Motta, al passaggio della Li-venza, sul quale fiume era pure accorso Nicolò Barbarigo con tre galee, venti ganzaruoli e cinquanta altre barche. Fu vigorosamente combattuto, già la vittoria era degli Ungheri, già i Veneziani si davano alla fuga, quando rattenuti e riordinati da Pietro Loredano e dal Malatesta, profittando d’un buon momento, tornarono all’ assalto e diedero piena sconfitta agli Ungheri che furono inseguiti fino a Portobuffblè con perdita di prigionieri ed insegne. Queste, portate a Venezia dal medesimo generale e presentate al doge, furono deposte nella procuratia di san Marco con adattata iscrizione (1). Ma la guerra cominciava a divenire oltre modo pesante ad ambedue le parti : 1’ erario specialmente della Repubblica erane esausto (2) ; le spese ordinarie sommavano a ducati cinquantamila il mese ; erasi gettata un’ imposta del dieci per cento sulle possessioni, s’ erano aumentate tutte le gabelle, e ciò nel tempo stesso che le rendite per le devastazioni nemiche in Terraferma e specialmente nel Tri-vigiano diminuivano. S’erano interposti per la pace il (1) Paolo Morosini, Historia di Venetia, p. 387. (2) Cronaca Dolfina Cod. DCCXCIY cl. VII, it.