17 oratore veneziano, il quale presentando una lettera della seguita cessione di quella città alla Repubblica, esortavalo a ritirarsi dall’ assedio. Non mostravasi a ciò disposto il Carrara, ed il Senato gli scrisse lagnandosi dei danni che i suoi facevano nel territorio vicentino (maggio 1404) (1). Rispose ritirerebbesi quando gli fosse ceduto Bassano. Al che il Senato riscrivevagli ricordando quanto i Veneziani avessero fatto per sostenerlo in dominio (2) ; che siccome Vicenza si era loro spontaneamente data, egli non avrebbe dovuto più impacciarsene ; che invece costretto a levarne l’assedio continuava a devastarne il territorio ; ma badasse che la Repubblica era fermamente decisa di sostenere con tutto l’impegno i luoghi a lei soggetti (3). A ciò si aggiunse che anche Cologna si diede a quel tempo alla Repubblica, ma il Carrara tuttavia se ne impadronì ed offri-vasi tenerla in feudo e venire in persona a trattare, oppure restituirebbela, ma scorso un mese per poterlo fare con suo onore, e darebbe uno de'suoi figli in ostaggio. Invano : gli fu risposto sgombrasse avanti ogni cosa da tutte le terre della Repubblica, poi si tratterebbe ; Cologna spettare al territorio di Vicenza; non sarebbe onore nè per la Repubblica nè per lui che un suo figlio fosse dato in ostaggio (4). La guerra coi Veneziani diveniva quindi inevitabile. Erano ambizioni comuni, erano gelosie di Stato, mancanza di fede e di lealtà da tutte le parti; in cima ad ogni altra cosa stando l’interesse del momento e le speranze dell’avvenire. Invano offrirono la loro mediazione il marchese d’Este e i Fiorentini, rispondendo la Repubblica essere inutile, poiché il Carrara non si rimuoveva dai fatti suoi. Nomina- ili Secreta II, p. 1. (2) 4 nov. 1401 la Repubblica aveagli promesso protezione contro il Visconti, Secr. I, p. 29. (3) Ibid. IÌ, p. 4. (4) Secreta II, p. 71. Vol. IV. 3