52 tutti gli attinenti della espulsa famiglia, arrestati i sospetti di nuove macchinazioni (1), spediti Marco Giustinian capo dei Dieci e Giovanni Loredano inquisitore (2) ad esaminare tutt’ i libri e le carte fino dai tempi di Francesco il vecchio e nei quali dicevansi contenuti avvisi risguardanti il decemvirato Consiglio. Non essendosi però trovata cosa alcuna che potesse dar motivo a nuove indagini politiche, era stato proposto di abbruciarli, ma prevalse l’opinione di depositarli nella cassa nella quale si conservavano i processi dello stesso Consiglio, nuova prova che i processi di questo, benché ora sciaguratamente perduti, erano, gelosamente custoditi a rendere in ogni tempo testimonianza del suo procedimento (3). Alle feste per la dedizione di Padova, altre ne seguirono per la venuta del figlio del re di Portogallo (6 agosto 1406) che recavasi a visitare i luoghi santi (4) ; la città (1) Secreta III, 2 maggio 1409, macchinazioni di Stefano da Carrara, e adunamenti di gente ai confini di Germania per scendere in Italia e fra essi alcune persone pericolose. (2) Il Tribunale degl’inquisitori di Stato fu veramente stabilito solo nel secolo XVI, ma abbiam già veduto nominati tre Savii sopra ai sospetti t. Ili, p. SB5 ; inoltre il Consiglio di X nominava i suoi inquisitori, e tal titolo porta effettivamente il Loredan, Misti Cons. X, t. Vili, 1.° settem. 1406 pag._130. Badi bene chi volle negare i fatti senza consultare i documenti. (3) Leggesi nel Misti Cons. X, t. IX, p. 93 in data 28 sett. 1419 il decreto che abbiano a conservarsi regolarmente i processi e si debbano rubricare in modo da potersi trovare con tutta facilità e chiarezza. (4) Misti Senato p. 75. Questo principe, che Sanudo e la Cronaca Dolfìn chiamano Azifes e che il chiarissimo Cicogna rimette ad altri investigare chi fosse (Iscr. VI, pag. 73 nota) non trovandolo tra i figli del re Giovanni cioè Eduardo che gli succedette nel 1433, D. Pedro duca di Coimbra ed Enrico duca di Visco poi celebre per le sue navigazioni, ma allora di soli dodici anni, ci vien chiarito dal libro Leona p. 197 ove al 5 ottobre 1410 troviamo esser venuto a Venezia il vescovo di Portogallo con commendatizia del re Giovanni, soddisfatto dell’ accoglienza avuta dal suo figliuolo Alfonso e che domanda di poter comperare imprestiti. Forse Alfonso era infatti, come dice Sanudji, il primogenito, ma premorto. Il re Giovanni avea accordato ai Veneziani libero traffico a Lisbona e in tutto il regno fino dal 1404, Cummem. IX, pag. 30.