189 a pessima condizione ridotte : il papa rifiutavasi di riconoscere le deliberazioni del concilio che diceva oltrepassare il suo mandato e annullava la scomunica da esso pronunziata contro la Repubblica, ad eccitamento del patriarca di Tek (1) ; il concilio dal canto suo citava il papa a rispondere a varie accuse proposte contro di lui (2). Eugenio allora più che mai irritato dichiarava con sua bolla sciolto il concilio di Basilea e un nuovo ne convocava a Ferrara, invitandovi anche i Greci, il cui imperatore Giovanni Paleólogo, stretto dallo armi turche, disegnava recarsi in Europa ad implorare il soccorso dei principi cristiani, pronto anche a sacrificare le sue convinzioni e ad acconsentire alla riunione delle due chiese. Yenn’ egli infatti e levato dalle galee del papa, dell’ imperatore e di Venezia, arrivò in questa città, splendidamente accolto al Lido 1’ 8 febbraio del 1438 e con esso erano suo fratello Demetrio, despota della Morea, il patriarca greco e molti prelati e signori (3), tanto essendo il numero delle barche accorse che tutto il mare erane coperto. Si recò a visitarlo il domani il doge, e allorché fu alla sua presenza, gli fece atto di ossequio, e tutti quelli che con lui erano, scopersero il capo, stando l’imperatore seduto ; poi il doge si assise alla sua sinistra, il fratello Demetrio alla destra in sedia più bassa, e dopo aver alquanto conferito insieme si partì per preparare il solenne ingresso in Venezia, il quale fu quanto immaginare si possa pomposo. L’imperatore fu levato dal doge, dal Senato e dagli altri primi magistrati nel Bucintoro coperto di seta rossa, riccamente ornato, mostrando alla poppa l’aureo (1) 15 Marzo 1436, Comm. XIII, 6. (2) Murai, ann. 1437. (3) Preferisco questa descrizione che leggesi nello storico Phranza tra i Bizantini, che dichiara averla avuta dallo stesso Demetrio despota di Morea.