174 1434. famosi condottieri pel caso di bisogno, consigliò allora segretamente Francesco Sforza e Nicolò Fortebraccio da Perugia ad entrare nello Stato della Chiesa col pretesto di esserne autorizzati dal Concilio di Basilea. Eugenio, vedendo la ruina delle cose sue, pensò di acquistarsi lo Sforza cedendogli la Marca d’ Ancona col titolo di marchese ; ma a sostegno del Fortebraccio venne Nicolò Piccinino suo parente, Roma stessa ribellava ed assediava il papa nella chiesa di s. Giovanni Grisogono donde a grande stento potè fuggirsi travestito e ricoverare a Firenze. I Veneziani mandarono a Bologna per tentare di mantenerla nell’ ubbidienza del Pontefice (1), e nello stesso tempo sollecitavano i Fiorentini a mettere in piedi mille fanti sotto la condotta di Nicolò da Tolentino, offrendosi dal canto proprio di fornirne altri duemila (2) a protezione delle terre del Papa. Ma le condizioni di Firenze non erano allora tali da favorire questo divisamente (3). Cosimo de’ Medici, uomo di modi gravi ad un tempo e piacevoli, facondo oratore, ricchissimo e liberale, erasi procacciato per la sua generosità e pei beneficii che diffondeva, moltissimi amici e partigiani, tanto che s’ era fatto potente sopra ogni altro nella Repubblica. Avversavalo però Rinaldo degli Albizzi, altro potente cittadino, e ottenuto nel 1433 che il gonfaloniere e i principali magistrati venissero eletti dalla sua fazione, fece citare Cosimo, accusandolo di trame ambiziose ; il quale benché sconfortato degli amici, forte della sua innocenza, ebbe 1’ animo di comparire e fu carcerato. Adunatasi quindi una balìa di dugento cittadini, tutti della parte del-l’Albizzi, avea a trattarsi della vita o della morte di Cosimo, ma un dono di mille fiorini destramente fatto pervenire al (1) Secr. XIII, p. 36. (2) Ibi<3. p. 33. (3) Sismondi LXVI.