203 a termine dagli oratori della Repubblica Marco Foscari procuratore e Ludovico Foscarini D.r la Repubblica riconosceva Ludovico di Teck per solo patriarca di Aquileja, e la sua supremazia sulle cose spirituali, gli concedeva la città di Aquileja e i luoghi di s. Vito e s. Daniele, eccetto i feudi, con cinquemila ducati 1’ anno ; egli dal canto suo prometteva d’impedire i contrabbandi, di non dar ricovero a’ ribelli e banditi, di ritirare il sale soltanto da Venezia, nè d’impacciarsi delle cose temporali (1). La pace col Visconti tolse ad Ostasio da Polenta la sua città di Ravenna. Imperciocché nei tumulti della Romagna, essendosi Opizzo fino dal 1406 (2) raccomandato, e postosi sotto la protezione della Repubblica, dalla quale pei soccorsi già prestati contro il Carrara era stato dichiarato nobile, erasi verso di lei obbligato che in essa avesse a passare il dominio della sua città quando la sua discendenza venisse ad estinguersi (3), ed accettava intanto un podestà veneziano. La Repubblica avealo poi difeso in varie emergenze, e quando, morto Opizzo nel 1430 gli succedette il figlio Ostasio, essa era stata nominata commissaria ed esecutrice del testamento. Ma Ostasio nella guerra col Visconti, stretto dalle armi del Piccinino, avea aderito al duca (4), poi nell’ agosto del 1440 tornato alla parte dei Veneziani, questi aveano mandato un Provveditore a tener colloquio con quel signore e colla moglie sua sui modi più acconci a mantenere la città nella devozione della Repubblica (5). Ma essendosi sparse alcune voci che (1) Comm. XIII, p. 171. (2) Commem. X, p. 21. (3) Q. defficientibus heredibus suis sive etiam deviantib. ipsis a devotione n~ra, dominium ipsius civitatis in nos perveniret. Lettera al cardinale di s. Marco 10 novembre 1451. Secr. XIX, p. 92. (4) Murat. ann. 1438. (5) Secr. XV, p. 35 t.°