193 ad amicarsi vieppiù il marchese d’ Este gli veniva fatta restituzione del Polesine, col patto che i Veneziani vi avrebbero libero il passo ed il commercio senza esser gravati di nuove gabelle o potersi aumentare le attuali (1). Intanto il Piccinino, seguendo il corso di sue vittorie, metteva campo sotto Casalmaggiore e se ne impadroniva, passò poi 1’ Oglio, portò il terrore in tutto il Bresciano, e arrivato al lago di Garda prese Rivoltella e l’isola di Ser-mione, indi Chiari, Pontoglio, Soncino, e benché ricevesse una sconfitta dal Gattamelata a Rovato, presto si riebbe e strinse d’ assedio Brescia (2). Nè meglio andavano ai Veneziani le cose sul Po, ove Pietro Loredano chiedeva rinforzi (3) e poi ammalatosi domandava di tornare a Venezia (4), ove poco dopo morì (5). Gli fu dato a successore Stefano Contarmi, che contrariato anche dalla stagione secca, per la quale scarse erano le acque del Po, nulla potè operare, e fu uopo richiamare quell’ armata (6). Così restava libero il campo in Lombardia al Piccinino, e la ritirata eseguita a quell’ occasione dal Gattamelata nel Veronese, va posta certamente fra le più laudabili di qualunque più famoso capitano. Il lago di Garda separa la provincia di Brescia da quella di Verona, nè avendo barche per attraversarlo, bisognava farne il giro. Andando verso levante la strada era diritta e molto buona, ma là il Gatta- (1) 27 Agosto 1438 Comm. XIII, 37. (2) Ottobre 1438. (3) Secr. XIV, p. 157 t.° (4) 21 Ottobre 1438, pag. 160. (5) L’ 11 nov. 1438. Volle esser sepolto a S. Elena senz’ alcun onore ma con una pietra sotto la testa e scalzo. Sanuto e memorie di quel Cenobio citate dal Cicogna Iscr. Ili, p. 384. Oltre ai dispacci avea scritto i suoi Commentarli che andarono sventuratamente perduti, come pure un suo Portolano e un Trattato di navigar. (6) 22 Dicembre, p. 171 t.° Vol, IV.