‘214 lano genti d’ arme e con quali accordi, e avuta dai Milanesi la risposta, ne desse pronto avviso. Si mostravano infatti i Milanesi ben disposti ad entrare nella lega, e la Repubblica scriveva quindi al suo capitano generale si astenesse dal danneggiare il territorio di Milano, ma volgessesi piuttosto a ricuperare Crema o Cremona (1). Scriveva in pari tempo ai capitani e difensori della libertà di Milano mandando loro i salvocondotti per quei messi cbe inviar volessero a Venezia (2). Grande rivoluzione però succedeva alla morte di Filippo ; alcune città, come Como, Alessandria e Novara, aderivano alla repubblica gridata dal popolo milanese (3), altre invece approfittavano del momento per mettersi in libertà ; Lodi e Piacenza si diedero ai Veneziani, il qual fatto contribuì forse non poco a rendere i Milanesi peritosi nell’ accettare 1’ alleanza loro. I Veneziani invece sempre più gli sollecitavano a mandare loro messi, e quando finalmente arrivò Arigino Panigarola (4), disse questi in Senato esser Milano potente, farebbe pace colla Repubblica quando essa acconsentisse a rimettere le cose quali erano prima della guerra, e domandava la restituzione di Lodi e Ghiaradadda (5). Rispose il Senato essere la Repubblica stata costretta dal morto duca alla guerra ; le terre acquistate essere di suo buon diritto ; Lodi essersi data spontaneamente ; se dai Veneziani rifiutata, sarebbesi gettata in braccio allo Sforza, con grave pericolo di Milano ; essere quindi esagerate le domande dei Milanesi ; le possessioni loro nelle veneziane terre sarebbero ad essi guarentite ; quando all’alleanza acconsen- (1) Secreta XVII, 158. (2) 21 Agosto pag. 158 t. (3ì Murat. ann. 1447. (4) 16 Sett. p. 167 t. (5) 25 Sett. 1447, Secr. XVII, 168 e 170 t.