166 nerale conferma pur troppo il sospetto del buon accordò di nuovo tra essi introdotto e a danno della veneziana Repubblica. La narrazione che lo stesso Corner ci ha lasciato dei tormenti da lui sofferti, è cosa da far raccapricciare. Fino dal 10 dicembre 1432 si erano presentati al Corner, Gasparo de Grossis dottore, Lunardo de Lunardi commissario, interrogandolo chi avesse accusato il Carmagnola d’intrattenere intelligenze col duca, e quali fossero le forze, quali i disegni, quali i maneggi ecc. della Signoria. Rispose non saper di nessuno che avesse portato accusa contro il Carmagnola, ma che i sospetti contro di lui erano in tutti vedendo la lentezza ed il poco frutto delle sue operazioni, e specialmente dopo lettera venuta da Brescia, com’ egli non avea voluto occupare Soncino, non ostante che cadute ne fossero le mura e la città fosse aperta alle armi venete ; non saper di tradimento, nè di congiure; Venezia amare e volere la pace, ma trascinata nella guerra vi metterebbe non che le sostanze, perfino le mogli, i figli, 1’ onore ; se venisse assalita nella Laguna, saprebbe far pentire l’assalitore. Astretto a dire quali fossero i gentiluonaini che volevano la guerra, pronunziò fra i dolori della tortura alcuni nomi che gli vennero alla bocca ; ma ciò che più importava al duca era il sapere quali fossero stati gli accusatori, quali i giudici del Carmagnola ; si rinnovarono quindi i tormenti (1), e finalmente dopo indescrivibili patimenti e dolori, (1) Mi sentiva, così narra lo stesso Cornaro, mi sentiva tirar via V anima, digando (il commissario) eh’ io li dicessi il vero, e mi di-gando eh' io l’ aveva ditto el me dette una saccada e fecemi tirar suso e menarmi a lui come morto, facendomi grandi minaze e che voleva aver questa veritade e vedendome come morto el se partì e io fui ca-lado con una soga nel forno e messo suso un materasso in su le tavole e dentine un rosso d’ ovo e da bever. Questo fu el mio disnar, no me passando meter le man alla bocca per nissun modo me stetti quella notte che mai non potei dormir. La mattina venne quel che m'attendeva e fecemi fuogo e demi do rossi d’ ovo e cum quelli io steli quel