237 chio Torcello oratore dell’ imperatore di Costantinopoli, ve-mito a descrivere la trista condizione dell’ Ungheria e di tutta la Cristianità, e che solo dalla Repubblica poteva l’infelice impero greco sperare soccorso, fu risposto andasse prima al re d’ Ungheria e al papa e dopo aver indagato l’animo loro e quanto fossero per fare, tornasse e si delibererebbe ciò che fosse opportuno pel bene della religione (1). Era morto in Ungheria il genero di Sigismondo, Alberto d’Austria, divenuto anche imperatore nel 1438, lasciando la moglie incinta, e nominando tutori per la prole nascitura, se fosse un maschio, tanto per l’Austria, quanto per la Boemia e per 1’ Ungheria. In questa era stato prescelto con altri G-iovanni Uniade, figlio naturale di Sigismondo, già prima innalzato al grado di bano di Szrony, ma sebbene la regina desse alla luce un principe, detto perciò Ladislao Postumo, la corona d’Ungheria venne offerta a Ladislao re di Polonia nella speranza di soccorsi contro i Turchi. Ladislao assunse infatti la corona ungherese il 21 febbraio 1440, ma un partito rimaneva ancora per la regina e ne derivò una guerra civile, alla quale adoperavasi con ogn’ impegno di por fine Giovanni Uniade per condurre l’Ungheria unita contro gli Ottomani. Ottenne infine nel 1443, in ciò sostenuto anche dal legato papale, cardinale Giuliano, che re Ladislao mettendosi alla testa delle truppe andasse a pugnare contro i nemici della Cristianità, alla stessa impresa concorrendo Polacchi, Valacchi, Serviani, Tedeschi. Nel mentre Uniade si preparava alla spedizione, giungeva a Venezia nuovo oratore da Costantinopoli, Teodoro Carastino (2), annunziando i Turchi non osservare la pace, e siccome facilmente si potrebbero cacciar dalla Grecia (1) Ib. 112. (2) 3 Mag. 14-13, Secreta, XV, 7.