295 il violone, correre al suo destino senza che nessuno si rammentasse di lui. Alcuni suoi ammiratori ben tentarono di richiamarlo alla memoria delle genti, e qua e colà ne fecero udire il nome; ma che vuole? erano pii desiderii e non furono accolti: quei tali ammiratori furono ridotti al silenzio. Funesto potere delle soverchie ripetizioni. Qui a Venezia, com’ ella sa, abbiamo tutti si amemoria laNorma, ch’io la sfido a trovarne una sola battuta, ch’io tosto, quasi per moto involontario non le soggiunga: duetto, terzetto, finale, il luogo in somma da cui ella la togliesse: si figuri se il maestro non ne a-veva anch’egli pieni gli orecchi! tanto che fini col confonderne le idee, e scambiò l’accompagnamento d’un’opera cou l’altra. Se ne trovarono alcuni analoghi, simili, anzi eguali; e il pubblico d’avvertimelo, e farne a gran voce la citazione: Norma! NormaI Son cose che succedono ; sono succedute ora anche al Merendante a Milano, come avrà veduto nella gazzetta di sabato. Del resto s’applaudì molto alla Pasta, perchè la Pasta canta sempre, come pochi cantano sulla terra (è un modo di dire); piacque così per l’azione, che per un certo colorito di canto anche il nuovo basso Cartagenova, e il Curioni e la Dalsere sostennero del loro meglio la loro parte. Finora sono stato, le promet-