54 suoi cardinali si recò a Viterbo ed indi a Siena, ove fissò sua residenza. Seguirono altre pratiche per indurre i due Papi ad un comune accordo, nel che pur molto si adoperarono i Veneziani (1), ma non riuscendo, i cardinali dell’una e dell’altra obbedienza con quattro patriarchi, dodici arcivescovi, ottanta vescovi, quarantun priori ed ottantasette abati, oltre a gran numero di deputati dei vescovi assenti e d’ambasciatori delle potenze raccoltisi in Pisa (marzo 1409) li deposero ambedue, ed elessero Pietro Filargo da Candia, arcivescovo di Milano, col nome di Alessandro V. Allora Gregorio si ritirò presso il signore di Rimini, ma poi partitosi anche di là e volendosi recare a Cividale di Friuli, domandò invano il passaggio per Venezia (2) ; bensì dimorò molto onorato e festeggiato alcuni dì a Chiog-gia e a Torcello ove il popolo accorreva a vederlo. L’ avvenimento della nuova elezione di Alessandro e la presenza di Gregorio nelle vicinanze diedero motivo a, due partiti in Venezia, l’uno riconoscendolo in papa, l’altro rifiutandolo, e di questi ultimi era il doge Michele Steno. Era infatti 1’ 11 agosto del 1409 quando vennero ambasciatori di Francia, Inghilterra e Borgogna per eccitare la Repubblica a riconoscere il nuovo papa Alessandro, levando 1’ obbedienza a Gregorio (6) il quale altresì mandava dal canto suo da Cividale, per esortarla a resistere a quelle insinuazioni (4). Fu per più giorni e molto caldamente (1) Secreta Senato IV, pag. 7. (2) Sanudo Cronaca m. s. (3) Ducale 18 agosto 1409 d’aver levata 1’ obedienza a Gregorio e che quelli che non aderissero, uscissero fra tre giorni dallo Stato, Verci XIX, e Secreta IV, pag. 48. (4) La Cronaca Sanudo m. s. p. 378, 12 febb. 1409 riferisce di un’ ambasciata di Alessandro domandando di poter dimorare a Padova o Treviso, non essendo sicuro a Bologna ove allora trovavasi.